il corso dell'amore
IL CORSO DELL'AMORE
Alain De Botton
Non sono solo i bambini a essere infantili. Anche gli adulti – sotto la spacconeria di facciata – a tratti sono giocosi, sciocchi, imprevedibili, vulnerabili, isterici, terrorizzati, patetici e bisognosi di consolazione e perdono. Siamo ben disposti a vedere la dolcezza e la fragilità dei bambini e a offrire loro aiuto e conforto, a seconda dei casi. Con loro riusciamo a mettere da parte le nostre pulsioni peggiori, vendicatività e ira; a ricalibrare le nostre aspettative e pretendere un po’ meno del solito; a non arrabbiarci così in fretta e a essere consapevoli del loro potenziale inespresso. Trattiamo i bambini con una gentilezza che siamo stranamente e tristemente riluttanti a dimostrare ai nostri coetanei. È meraviglioso vivere in un mondo dove tante persone sono carine con i bambini. Ma sarebbe ancora meglio vivere in un mondo in cui tutti siano un po’ più carini con il lato infantile degli altri.
> Si tende a immaginare che la paura e l’insicurezza di riuscire a essere vicini all’altro siano presenti solo all’inizio di una relazione e che l’ansia non possa continuare dopo che due persone si sono esplicitamente impegnate sposandosi, comprando una casa con un mutuo cointestato, facendo dei figli e nominandosi nel rispettivo testamento. Invece ridurre le distanze e guadagnarsi la rassicurazione che l’altro ha bisogno di noi sono esercizi che non basta fare una volta, ma vanno ripetuti dopo ogni interruzione – un giorno via da casa, un periodo impegnativo, una serata di lavoro – perché ogni intervallo ha il potere di rinfocolare il dubbio di non essere più voluti. Proprio per questo è un peccato che sia così difficile trovare un modo vincente e non stigmatizzante per ammettere l’intensità del nostro bisogno di rassicurazioni. Anche dopo anni passati insieme, la richiesta di una dimostrazione di desiderio resta circondata da una siepe di paura. Ma con un’orribile complicazione aggiuntiva: ormai diamo per scontato che quel tipo di ansia non abbia più il diritto di esistere. Di qui la tentazione di fingere che essere rassicurati sia l’ultima cosa che abbiamo in mente.