“Le vite impossibili di Greta Wells”, Andrew Sean Greer
“Come si definisce il tempo quando non ci siamo? Per esempio, quando
abbiamo bevuto tanto che i minuti si rincorrono con in mezzo dei vuoti, o
perdiamo per strada ore intere, e però eravamo lì, abbiamo detto e fatto
cose, e siamo ritenuti responsabili di quello che è stato. Oppure quel
breve istante in cui al telefono ci risvegliamo e ci ritroviamo nel bel
mezzo di una conversazione, e dobbiamo bluffare per riprendere il filo.
Come si chiamano quei vuoti temporali? Quale parte di noi continua a
funzionare in quei momenti? Dobbiamo essere ritenuti responsabili di quel
che facciamo? E infine: chi siamo quando non siamo noi stessi?”
“C’è una verità su di noi che tutti sanno. Chiunque ne ha una, nessun è
immune. Non un segreto, non uno scandalo, ma una cosa normale, che risulta
evidente a tutti gli altri. Può essere semplice come il fatto di dover
dimagrire, o difficile come quella di dover lasciare un marito. Che cosa
tremenda, sapere che tutti sanno cos’è che ti cambierebbe la vita, e
nessuno ti sia abbastanza amico da dirtelo! Lasciano che tute lo immagini,
tutto da solo. Fino a quando giunge l’attimo in cui ti si rivela, e
ovviamente la rivelazione arriva sempre un attimo troppo tardi.”
Ci sei già passata, l’hai già vissuto, risparmiatelo. E invece procedevo.
Il dolore passa – passa sempre – ma non prima di averci forzato a fare
cose assurde, e a ferirci, e a generare sofferenza, perché il dolore, quel
parassita, più di qualunque altra cosa, non vuole morire.
Tirare fuori l’argomento avrebbe significato disfare tutti i rammendi con
cui avevamo tenuto insieme il nostro matrimonio. Si sarebbe sollevato il
velo sul sesso, e l’amore, e il dolore, e l’umiliazione e il desiderio e
tutto quanto, e avremmo avuto l’ingranaggio del cuore umano con le sue
molle e i suoi meccanismi lì nudo di fronte a noi.
Non è forse questa la maledizione di chi viaggia nel tempo? Non sapevo che
cosa stesse per succedere, ma conoscevo gli sviluppi possibili.
Il nostro destino viene deciso, molto spesso, puramente da dove ci
troviamo. Il pianoforte cade un centimetro alla nostra destra: ci
salviamo. E non perché siamo speciali, e un altro non lo è. Ma forse
perché il nostro dolore è così grande, che come una stella la sua gravità
può piegare un po’ il mondo, spostare impercettibilmente le cose. Scavare
un piccolo buco nell’universo.
Zitella, moglie o puttana. Queste erano le mie alternative, a quanto
pareva. (...) Un uomo si rifiuterebbe di scegliere; avrebbe questo diritto.
(...) io volevo solo l’amore. Una cosa semplice. Senza tempo. Quando gli
uomini vogliono l’amore se lo procurano imbonendo, sorridendo o pagando. E
le donne che cosa fanno? Scelgono. E le loro vite vengono coniate come
medaglioni di bronzo. E dunque ditemi, signori, ditemi: in quale epoca e
luogo è stato facile essere donna?
Bisogna per forza che esista un paradiso, un posto dove tutti i fili si
riannodino. Dove il tempo si ripieghi, come una tovaglia che viene
sollevata alla fine del pasto per raccogliere tutte le briciole sparse
della vita.
Forse un giorno inventeranno una macchina fotografica in grado di
catturare l’immagine del sé in fuga – non dell’anima, del sé – e allora
potremmo vedere davvero chi eravamo, in un dato giorno, e classificare le
vite differenti che viviamo fingendo che appartengano a un’unica persona.
Ma la mia storia è poi così insolita? Svegliarsi ogni mattina come se le
cose fossero andate in modo diverso – con i morti che rivivono, quel che è
perduto restituito, i nostri cari tra le braccia. E’ forse più folle
dell’ordinaria follia della speranza?
Ma credimi: non funzionerà. Nessuno ha una vita normale. Ricordati di come
ti risvegliavi in quelle mattine strane, con l’animo inquieto ed
emozionato. Non diluire te stessa in giornate insignificanti. Greta:
lascia la tua impronta nel mondo.
Non è stato solo un innamoramento quando tutto sembra impossibile. C’è
stato anche tutto quello che viene dopo. Che è l’amore, suppongo.
Dev’essere così che definiamo tutto quello che viene dopo.
A. S. Greer, “Le vite impossibili di Greta Wells”